martedì, febbraio 12, 2008

STORIE DELLA GENTE N°23


Il mio compito è semplice: dar voce alla gente ed alle sue storie.

Mi scrive Gianbartolomeo e io posto.



"Caro Erre chi ti scrive è Gianbartolomeo, un tuo affezionato lettore della rivista "CINGOLI, ROTAIE E RAZZI" di cui tu magistralmente curi TUTTI gli articoli. Innanzitutto vorei lodarti per l'interessantissimo articolo sull'utilizzo del propellente solido per i treni ad alta frequenza regionali, ma quello che più mi urge comunicarti è questa mia storia. Ti prego, mio vate, dammi ascolto. La settimana scorsa me ne stavo a casa mia a bere e a guardar la tele. Come al solito, visto che a casa mia faccio quel che più mi garba, me ne giravo nudo dedicandomi al turpiloquio e allo scoreggiamento libero. Bhè insomma, che cazzo, mica stavo nel cortile del parroco, in casa mia c'ho il diritto sacrosanto di sentirmi libero. Come ti dicevo stavo scolandomi la birra numero 84.000 quando ho sentito suonare il campanello. Cazzo, mi sono detto, ma chi sarà mai'. A farla breve sono andato alla porta ed ho aperto. Per la miseria, oltre la soglia ci stava una testimone di Geova con la torre di guardia in mano. La tizia appena m'ha visto lì nudo con la brenna di fuori è andata giù per terra come un sasso. Capirai l'imbarazzo! Bhè, cosa vuoi, io c'ho già 'na denuncia per atti osceni in luogo pubblico e lì per lì m'è preso il panico. Ho preso la tizia per una gamba e l'ho trascinata in casa per non aver noie. Insomma era svenuta, porca di una puttana, ed era una donna e io sono un uomo, cazzo. L'ho buttata sul tavolo in cucina e visto che non si rifiutava me la sono spassata un po. Cristo, erano anni che non me la spassavo così comoda. Alla fine, quando l'ormone m'è calato nelle vene m'à preso il dubbio: e se questa, quando si sveglia, inizia ad urlare? se chiama le guardie? Sai com'è il panico, ragioni male ed agisci peggio. lo ammetto ho perso la testa, diciamolo: m'è andata giù la catena cazzo! non sapendo cosa fare ho pensato che la soluzione migliore fosse magiarmela. Bhè, amico te lo juro, me la sono mangiata tutta...cruda! dico 56 kili di donna cruda, mica bruscolini. Il peggio è ingoiare i capelli, dammi retta: mai magiare capelli, ti restano sullo stomaco. La sfiga poi è stata che in casa ero rimasto senza il digestivo Antonetto e mi sono fatto una notte da bestia. Bon, dopo una settimana ho i sensi di colpa e vorrei andare a confessarmi.... dammi un consiglio: faccio bene a mettermi la coscienza a posto?


Mio caro cannibale, ma certo che devi confessarti, lo impone la tua stessa coscienza benchè abbia una valenza equiparabile a quella di una locusta. Mi permetto di darti un consiglio, cortese amico, dopo la confessione, prenditi un lusso: mangiati anche il confessore.

Sicuro di averti dato conforto ti saluto.

erre.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Questa storia mi ha fatto ricordare i bei tempi in cui anch'io mi cibavo di piccoli esseri umani. La mia parte preferita erano gli occhi, così morbidi, scivolano in bocca. Quasi come i Lindt. Ah, Erre, quanti bei ricordi!
Il cannibalo di Rostock, Gian Filippo Evilenko

Anonimo ha detto...

Ottimo consiglio. Ma l'ho riconosciuto: trattasi del celebre piatto n. 123, 'confessore ai cinque colori', noto nella regione wandong anche con il nome di 'plete pollato'. Servire freddo.

tuo
Ugo Intini