domenica, gennaio 30, 2011

News from DER ADLER: CAMPAGNA PER LA PROLIFICAZIONE ARIANA.

Stamane, mentre portavo a termine l’ultimo capitolo del mio saggio scientifico “Diffusione del morbo della mucca pazza tra le popolazioni di Papua Nuova Guinea”, sono stato raggiunto da una telefonata su linea criptata direttamente dal vascello spaziale (di mia progettazione) DER ADLER. All’altro capo della linea il noto PIERO ITLE’ DA POMPOSA clone del noto dittatore da me resuscitato per vil pecunia. Vista l’importanza della comunicazione posto il tutto senza tema di intercettazioni da parte della Procura di Milano.



“Pronto……pronto, Jokken! Erre, sei un DEFICIENTE!!!! Anche questa volta ti chiamo perché ho un sacco di lamentele da farti. Tralasciamo che la scorta di talco mentolato è finita e le mie balle sono in fiamme senza la possibilità di lenire il fastidioso prurito, tralasciamo che la birra che hai inviato con il solito corriere-spazio Bertolini sapeva di piscio di cavallo, tralasciamo anche che la cagnolina gonfiabile per il mio cane BOBI 751 è evidentemente una copia di un canide semita del deserto, ma la cosa peggiore è la disastrosa campagna pubblicitaria che ti avevo commissionato per la “PROLIFICAZIONE DELLA RAZZA ARIANA”. Mi ero raccomandato in mille maniere di lanciare un messaggio rassicurante alle famiglie sulla necessità di procreare figli e figlie ariane per contrastare la diffusione del meticciato e arginare l’invasione europea da parte di frotte di ziovini nigri e cinasi. Ti avevo esortato di esaltare la mia degna perzona quale vate del nuovo verbo della rinascita della cultura indoeuropea descrivendola come paterna e profetica. Il risultato? Questa ignobile sconciuezza! Ieri sera, dopo essermi fatto una sambuca da solo nella polveriera della DER ADLER, sono rientrato nel mio alloggio privato e sulla porta ho trovato la seguente scritta: “Loss von Mir Recchionen!” Orchemmaddonnez, maledetto incapace, tra i miei cloni serpeggia il morbo del dubbio e mi sa tanto che dovrò passare ad una severa repressione del germe della rivolta sparando nello spazio siderale elementi a caso con un notevole costo sotto il profilo genetico. Ma secondo te, pagliaccio infame, la plebaglia da quale orifizio pensa siano entrati gli spermi ariani per il concepimento entro il mio stimato corpo? Adesso basta che le interurbane costano un fracco ma ti avverto: stai attento, stai molto attento o fondo il Polo Nord con un missile termonucleare……….’fanculo!!!!!!!!!”

sabato, gennaio 22, 2011

Reagire alla crisi: nasce la FABBRICA AVIONICA ETRUSCA



“E’ come vivere in un videogame, compare un mostro, lo combatti, lo vinci, ti rilassi e subito spunta un altro mostro più forte del primo………… la crisi economica non è finita.” Dopo la sconvolgente scoperta fatta dal ministro dell’economia Giulio Tremonti immediata la virile reazione del mondo produttivo della Capitale Etrusca d’Oriente. Mai domi nè supini alle avverse condizioni, pronti e risoluti, gli etruschi d’Oriente con italica volontà hanno reagito alla bisogna. Fulgido esempio di tale impeto il Sig. ATTILIO MANASA titolare della neo fondata Fabbrica Avionica Etrusca. Colpito da tale capacità di reazione ho inviato il fido Pino Sbando presso la sede della neonata azienda sita nell’ex porcilaia dell’Adriatica in località Cingiaretto.


Senza tema ne inutili correzioni posto con slancio ferino.


Pino Sbando: “Zittadini,Etruschi, tribù limitrofe, chi vi parla dall’ex porcilaia dell’Adriatica è il vostro Pino Sbando, indomito corrispondente giornalistico nonché giornalaio, per rendervi edotti sui fatti e misfatti della capitale etrusca d’Oriente. Ci troviamo oggi presso la sede della novella “Fabbrica Avionica Etrusca” sita in località Cingiaretto di Adria per un’intervista al fulmicotone con l’intraprendente imprenditore etrusco ATTILIO MANASA il quale ci renderà edotti sul profilo produttivo della neo costituita società la quale, a detta dei più informati politici, darà lavoro a ben 475 plebei dell’urbe. Figura poliedrica ed eclettica il Manasa ci attende fuori dal capannone principale ove si svolgono le operazioni di costruzione ed assemblamento del MONOPLANO ETRUSCO portando sulle proprie spalle l’innovativo mezzo per la mobilità quotidiana. Bene, tosto passiamo all’intervista. Carissimo Signor Attilio intanto mi permetta di estenderle i saluti del Perfido Doctor Erre suo estimatore nonché azionista allo 0,5% del capitale sociale dell’impresa.


Attilio Manasa:” Grazie, grazie….. scusi un attimo (si toglie un caccolone gommoso dalla narice sinistra). Ecco adesso sono pronto. Mi dica pure, mi interroghi, ponga le sue domande, mi inquisisca, non ho nulla da nascondere cribbio!”


P.S.:” Mi permetta di tracciare un breve sunto della sua vita a beneficio dei lettori. Diciamolo subito: lei rappresenta a pieno titolo un novello Uomo Rinascimentale. Artista, fine intellettuale, inventore, filosofo e pittore, nei suoi trascorsi ha saputo lasciare traccia di sé in più campi. Lei nasce a Saonara nel Febbraio del ’57 da un parto gemellare eseguito in emergenza dal veterinario del luogo presso l’osteria “L’anaro” dove sua madre, nota consumatrice di assenzio, bivaccava da giorni. A causa delle scarse condizioni igieniche contrae una rara malattia virale che le blocca lo sviluppo condannandola al nanismo. All’età di 5 anni viene venduto, dai suoi indegni genitori, per esperimenti scientifici ad una multinazionale farmaceutica svizzera la quale l’utilizza per la sperimentazione di farmaci a base di cobalto. Nonostante i devastanti effetti collaterali sviluppa un’intelligenza prodigiosa e contemporaneamente fiorisce e si esalta il suo lato artistico.


A 15 anni viene adottato dal Fachiro Bundi il quale le fa svolgere mansioni di valletto ma contemporaneamente le permette di introdursi nel variegato mondo dell’arte circense. Passa velocemente dal ruolo di aiuto guardiano delle scimmie a pagliaccio ed, in fine, assurge a ruolo di distributore di biglietti gratuiti degli spettacoli circensi ai semafori delle città toccate dal Circo Osvaldo Orfei. Stanco di quella che lei ha definito “una vita piatta e monotona”, in una notte buia e tempestosa abbandona il Circo e si imbarca su un cargo olandese diretto nelle Americhe. Sbarcato a New York per alcuni mesi si guadagna da vivere come fenomeno alle sagre di paese e prostituendosi con personaggi ambigui. Uno di questi è il noto produttore di film porno GIMMI CANO il quale a seguito di una prestazione sessuale particolarmente “speciale” e incuriosito dalla sua brillante nonché vivace intelligenza le da l’opportunità di dirigere un lungometraggio nel quale oltre al ruolo di regista assume anche quello di attore principale.”


A.M.: “Esatto, la vedo preparato!”


P.S.:”PORCONANO CONTRO LE AMAZZONI diventa un cult nel circuito del porno e non solo. Ci vuole parlare un po’ di quest’opera fondamentale nella storia del cinema?”


A.M.:”Si tratta del primo esempio di Pornointelletuale, una pellicola che mi ha reso famoso ed invidiato da tutti i diversamente alti.”


P.S.: “Ci può dire qualcosa di più? La trama per esempio.”


A.M:” Brevemente; Porconano è un tenente di vascello al comando di un brigantino il quale durante un trasporto di spezie si imbatte in un ciclone. Sbattuto come un fuscello dai marosi il brigantino affonda con tutto l’equipaggio e il prezioso carico. Unico supersite il nostro eroe il quale naufraga in un’isola misteriosa abitata unicamente dalle Amazzoni con il sedere grosso. Queste sono un gruppo di lesbiche separatiste le quali fanno prigioniero il tapino con l’intento di trasformarlo in cibo per i propri cani. Grazie all’arte affabulatoria del nostro eroe egli riesce a conquistare la fiducia delle rudi guerriere e a far scoprire loro le gioie dell’amore eterosessuale. Finale con Porconano felice e contento in mezzo alle donne. Olè.”


P.S:” Ma dove sta la parte intellettuale in tutto ciò?”


A.M.: “Durante gli amplessi Porconano declama alle supine femmine brani delle opere filosofiche di SPINOZA e KANT donando loro oltre che i piaceri della carne anche quelli della mente!”


P.S:” Jenio! “


A.M.:” Si pensi che la prima del film fu proiettata in Arizona in una riserva indiana davanti ad un pubblico entusiasta composto da una tribù di Apache ebbri di “acqua di fuoco” i quali esaltati della mia opera non trovarono di meglio che assalire una carovana di mormoni in cerca della terra promessa! Un successo.”


P.S.:” Ma andiamo oltre. Dopo l’imprevisto successo che la consacra come fine intellettuale lei abbandona il cinema per riversare la sua vena creativa nella letteratura. Si narra che in un’unica settimana lei abbia scritto “UN LIBRO” opera emblematica della cosidetta “scrittura a razzo”. “


A.M.: “Tutto vero Cristo Santo! Tutto vero. Novecentocinquantun pagine scritte di getto mentre guidavo un trattore.”


P.S.:”Ci vuole sommariamente descrivere di cosa parla “UN LIBRO” opera che le ha fatto vincere premi quali “UNA VACANZA PER DUE ALLE MALDIVE”, “CLIENTE DELL’ANNO MOBILIFICIO SCARANA”, “AL CINEMA GRATIS PER 12 MESI CON SCARPISSIMA” e il prestigioso “3.000 LITRI DI BENZINA GRATIS CON I PUNTI DISTRIBUTORI OILBENZ”?”


A.M.:”Sebbene l’opera meriti un svisceramento ed un’analisi che solo intellettuali della mia fama e prestigio possono affrontare, per il bene dei miei concittadini cercherò di farne un breve sunto. Nei primi 5 capitoli di “UN LIBRO” lascio fluire il fiume turbinante dei miei ricordi lasciando al lettore ampio margine di libera interpretazione. Dal decimo capitolo al 17° Il tutto si trasforma repentinamente in un giallo dalle tinte fosche dove una coppia di celebrolesi architetta un attentato ad un uomo misterioso venuto dal passato. L’opera termina con una serie di ricette culinarie della tradizione popolare veneta ed alcune foto dello stadio Bettinazzi di Adria.”


P.S.:”Jokken! Rimango basito e onorato nell’avere la possibilità di stare qui al suo fianco. Ma ora, tralasciando la sua opera intellettuale, veniamo alla sua figura imprenditoriale. Perché ha deciso di cimentarsi in questo contesto così difficile abbandonando una vita di agi e lussi?”


A.M.: “Veda sono molto legato al territorio, qui ho amici sinceri che dopo la mia dipartita da Saonara mi hanno accolto e rispettato e mi pare giusto e doveroso ricompensare tanta amorevole amicizia mettendo a disposizione del volgo etrusco la mia superiore intelligenza. Questo è il motivo che mi ha spronato nell’intraprendere l’attività di imprenditore moderno. La FABBRICA AVIONICA ETRUSCA è molto di più di una sfida, è una soluzione. Ecologicamente compatibile, economicamente remunerativo, il MONOPLANO ETRUSCO è la soluzione definitiva per il trasporto urbano. Ottenuto con materiale di riciclo recuperato dai cassonetti differenziati attraverso la sottrazione illegale permette alla gentile clientela di disporre di un mezzo economicissimo per lo spostamento urbano sfruttando non più il trasporto su gomma ma gli infiniti spazi del cielo. Tutto ad un costo di 425 €uri iva compresa. Questo progetto permetterà di assumere subito 475 operai e non è detto che nel futuro questo numero possa passare a 75.958!”


P.S.: “Ma come funziona?”


A.M.:” Si intrecciano quattro bacchette di balsa, qualche sacco di plastica per i rifiuti, sportine usate, nastro isolante e una discreta vigoria muscolare…..tutto qua. Si prende la rincorsa e si decolla……..robe da mocciosi. Mi creda questa è innovazione!”


P.S.: “Ah! Bene. Jokken. Addio!”

sabato, gennaio 08, 2011

Probblemmo exxistenziale 98.745/hb

Stamane, mentre portavo a compimento il mio saggio su “Il carteggio segreto tra Eugenio Bellemo, Marcello Teodoro Boscolo e Re Zog d’Albania. Un caso irrisolto.”, sono stato raggiunto da un commovente cablogramma inviatomi dal Sig Alexander Scanferlato Presidente della AFE (associazione feticisti etruschi).

Data la delicatezza della supplica posto con celerità la medesima.

Stimato Erre, insuperato curatore di ragadi anali, luminare della crioterapia, pasticciere sopraffino, imbattibile giocatore di briscola e freccette, soprano affermato e conteso dai più prestigiosi teatri del centro Africa, chi ti scrive tra mille crucci è il tuo affezionatissimo fanz Alexander Scanferlato indegno presidente dell’Associazione Feticisti Etruschi . Come esige l’etichetta supino e prono contemporaneamente mi permetto presentarti codesta mia supplica sperando in un tuo grazioso consiglio e prestigioso patrocinio. Ebbene, nel mondo moderno noi feticisti etruschi non riusciamo ad avere riconoscimento. Mentre per le altre associazioni si trovano sempre dei fondi , per noi nulla, niente……deserto. Per il coccodrillo Loredano si sono mosse tutte le più prestigiose firme del giornalismo polesano ma per le nostre sacrosante istanze neppure un piccolo articolo vicino ai necrologi. L’anno passato la nostra manifestazione dell’orgoglio feticista, tenuta ai vituperati Giardini Zen, è stata snobbata in maniera indegna da tutte le autorità locali. Abbiamo chiesto al Comune Etrusco d’Oriente l’utilizzo della palestra comunale per le nostre inoffensive attività di annusamento scarpe e mudande usate ma ci siamo sentiti appellare (sia dal centro destra che dalla sinistra centro) come “inutili buffoni degni solo della fucilazione alla schiena”. Derisi e scacciati da tutti siamo costretti ad esercitare il nostro sano OBBI dietro le mura di cinta del cimitero al freddo e al gelo d’inverno e tormentati dall’afa e dalle punture d’insetto durante la bella stagione. Personalmente vivo una condizione drammatica. L’altra sera mi ero appena infilato il mio scarpone preferito in testa quando la mia ragazza mi ha detto: “Non ti stimo più, sei un essere ripugnante e ti lascio per un nano drogato e manesco. Addio!” La solitudine esistenziale, il dileggio continuo, l’insensibilità altrui e il notevole costo delle mudande usate comprate nei siti dei ludri, rende la nostra vita solitaria e sempre più duro il trascinarne le catene. Ti supplico, invitto eroe, dacci conforto e consiglio. Il sempre fedele Alexander Scanferlato.

“Carissimo Alexander non mi immedesimo nella tua trista condizione avendo un toast quasi pronto da divorare. Capisco che l’esser abbandonato dall’altra metà del tuo bigio cielo ti abbia indebolito nella tempra caratteriale e che la vita ti appaia una prova inaffrontabile. Abbandonati al destino, falla definitivamente finita; nell’aldilà un paradiso calzaturiero ti attende e adesso basta, il mio tempo è prezioso e il sole mangia le ore. Addio babbeo.”