venerdì, giugno 27, 2008

PROBBLEMO MHATRIMUNIALU



Dopo un lungo periodo di assenza causato da una serie di inderogabili impegni di carattere sociopoliticointerogastroduodenali mi riaffaccio con la dovuta perizia all'analisi delle innumerevoli preghiere dei miei accoliti. Accolgo con piacere la supplica del buon Osvaldo e posto.




"Caro Erre chi ti scrive è Osvaldo. Forse ti ricordi di me, nel 1922 ho fatto parte dello staff tecnico che sotto le tue direttive e quelle del Professor Half Holsen partecipò alla realizzazione del lustracorno per rinoceronti e delle scarpe col tacco davanti. Ora dopo tanti anni passati ramingo per le vie del mondo sono qui a chiederti consiglio o mio Sommo, o mio Vate, o mio invincibile paladino di mille cauze perze. Ebbene io ho sempre sofferto di alopecia e fin da fanciullo ho sempre patito dei lazzi delle giovini le quali alle mie profferte di "love" m'arringavano nella pubblica plaza con frasi del tipo: "Alà Pelaton d'merda va ca tua!" Ho tanto sofferto fino a quando non ho avuto per le mani il tuo magnifico trattato "PELATONE? I TUOI PROBLEMI SONO FINITI!". Non ti nascondo che ho letto con avidità tutte le 3 (tre) pagine del magnifico volume rilegato in pelle di mandrillo con incisioni a caldo in oro zecchino e non avuto alcun pentimento nel pagare i 188 euri del tomo. Ho applicato con perizia la pozione per la ricrescita del bulbo pilifero craniale a base di peli pubici di gorilla ma ho esagerato nelle dosi. Infatti anziche prendere il bicchiere da 0,40 consigliato mi sono fatto fuori tre barili del miracoloso beverone in una settimana. Non ti nascondo che gli effetti collaterali sono stati palesi. Secondo te, nonostante io mi sia trasformato in una specie di Yeti, nonostante uno sgradevole odore da pecorone che mi accompagna, nonostante i peli che mi crescono sul glande e sulla lingua, potrò mai trovare una degna compagna con cui trascorrere momenti felici di affettiva? Ti prego aiutami. Tuo Osvaldo."




Gentile Osvaldo capisco il tuo cruccio ma non mi immedesimo in te perchè il sol pensiero mi ripugna. Nonostante ciò sono ben lieto di portarti una lieta novella. Narrasi che nella cittade etrusca stia convolando a nozze un noto barbudos il quale ama vivere selvaggio per le terre nutrendosi unicamente di bacche e tuberi. Il soggetto presenta una morfologia pilifera molto vicina alla tua e non disdegna di presentarsi con due baccalà sotto le ascelle nei periodi estivi per incrementare l'effetto feromonico delle proprie glandole sudoripare. Pertanto coraggio caro Osvaldo non tutto è perduto. Colgo l'occasione per diffidarti dal dire in giro che mi conosci. Tanto ti dovevo: ADDIO!