domenica, novembre 13, 2011

I QUESITI DI DECIO SBRACAZZI. N° 37585



Ier sera, mentre portavo a termine la prefazione dell’interessante saggio di Aureliano Scanferlato “Il cappone questo sconosciuto, 1000 ricette pronte da preparare.”, sono stato raggiunto da un papiro vergato a mano in caratteri cuneiformi dal noto seccatore Decio Sbracazzi. Seppur infastidito da siffatta sfacciataggine ho deciso di renderlo pubblico e rispondere. Di seguito il miserando testo da me tradotto ad occhi chiusi utilizzando il metodo brail adattato all’antico accadico.



“ Caro Erre, amico fraterno, raffinato degustatore di amari fatti in casa, mirabolante trapezista di circhi sconosciuti, frequentatore di panchine pubbliche dei più remoti giardini del regno, inarrivabile mediatore di tori, alchimista provetto nonché esperto in topinare, chi ti scrive è il tuo caro amico Decio. Seppur a conoscenza delle tue rarefatte apparizioni nella capitale etrusca d’oriente, ho nelle scorse serate cercato di incontrarti nei luoghi che abitualmente frequenti. Mi sono recato, trafelato, presso il bar della nota Pina ma nel locale “gioco carte” non ho notato la tua presenza in qualità di “osservatore dei giocatori di scala quaranta”. Allora ho fatto il giro delle residue cabine telefoniche del territorio convinto di trovarti presso una di queste mentre telefonavi a te stesso per farti compagnia durante uno dei tuoi periodi involutivi pregni di negatività esistenziale ma non ti ho trovato. Allora mi sono detto che l’unica maniera di contattarti era di scrivere questo papiro e inviartelo presso i tuoi oscuri laboratori segreti. Orbene, quanto volevo dirti è questo. Credo che converrai con me che la prima funzione dell’oro consiste nel fornire al mondo delle merci la materia della sua espressione di valore, ossia nel rappresentare i valori delle merci come grandezze omonime, qualitativamente eguali e quantitivamente comparabili. Così esso funge da misura generale dei valori, ed è solo grazie a questa funzione che l’oro, specifica merce equivalente, diviene in primo luogo denaro. Immagino che tu condivida il fatto che non è il denaro che rende commensurabili le merci. Al contrario, le merci possono rappresentare collegialmente i loro valori nella stessa merce specifica, elevandola così a comune misura del valore, cioè denaro, in quanto come valori sono tutte lavoro umano oggettivo e quindi sono in sé per sé commensurabili. Il denaro come misura del valore è la necessaria forma fenomenica della misura del valore della misura immanente del valore delle merci: il tempo lavoro. Detto ciò volevo chiederti: secondo te se mi dedico all’autoerotismo utilizzando la tecnica della manipolazione del mio organo sessuale riproduttivo mantenendo un ritmo sincronizzato alla centrifuga della mia lavatrice classe AA+ la quale agisce a 800 giri\minuto, potrei incorrere in alcuni effetti collaterali indesiderati sulla mia salute? Ti prego di rispondermi, ci tengo alla tua dotta opinione. Grazie e a presto. Tuo Decio.






Caro Decio, con franchezza ti dico che mi ero illuso che tu fossi morto travolto da un camion carico di sassi e che le tue ceneri, dopo una precipitosa cremazione, fossero state sparse al centro di un vulcano attivo ma questa tua lettera mortifica ogni mia illusione. Nonostante questo mio insanabile cruccio, per carità cristiana, ti risponderò con il rigore scentifico che caratterizza il mio agire. Nel mio saggio, Bulzone editore, “L’arte dell’onanismo nella cultura occidentale” ho descritto con dovizia i rischi di alcune pratiche moderne. La sincronizzazione con la centrifuga della lavatrice potrebbe indurre, in alcuni soggetti, ictus, visioni mistiche insostenibili, cecità isterica e anche diabete. Sperando che tutto ciò accada a te, ti esorto a continuare in tale esecrabile pratica. Ora scusami ma ho al telefono Piero Itle con il quale devo interloquire. Addio scocciatore.

martedì, novembre 01, 2011

VIBRATE PROTESTE DI UN PROBO ZITTADINO


Stamane, mentre sperimentavo una nuova bevanda probiotica a base di etilmetilpropuluretano, sono stato raggiunto da un messaggio ad altra priorità inviatomi da tale Tarcisio Muschiato, zittadino etrusco d’Oriente, il quale si lagna assai dei disagi ai quali ha dovuto sottoporsi a seguito della manifestazione contro il carbone organizzata dai pericolosi anarcoinsurrezionalisti, nel pomeriggio di Sabato 29 Ottobre, lungo le vie della ridente quanto pacifica Capitale Etrusca d’Oriente. Ligio ai dettami della libera informazione posto senza indugio.



“Erre, intanto stai attento che ti ho già messo nella mia lista nera perché…….. perché…….Perchè di si, ecco! Insomma sono arcistufo di tutti voi lazzaroni che mi disturbate, compresa la signora Attilia, mia dirimpettaia, la quale è vecchia e per me è già più che sufficiente per odiarla a morte. Ma veniamo ai fatti. Innanzitutto io mi presento, non sono certo un infingardo come te e i tuoi degni compari che vi celate di dietro ai nomi che sull’elenco telefonico non esistono. E qui lo voglio ribadire con voce stentorea: io sono Tarcisio Muschiato, no uno a casaccio che a me mi conoscono tutti specialmente nelle “torare” e nei night club. Ecco, detto ciò vegnamo ai fati. Sabato, dopo una settimana particolarmente impegnativa passata a dilapidare il mio stipendio e la pensione della mia vecchia madre cieca in nottate inutili presso locali di lap dance, ho deciso di rilassarmi un po’ con uno dei miei hobi preferiti: andare al poligono a sparare quattro colpi di rivoltella e mitra. Allora ho caricato nel bagagliaio della mia vettura la fedele beretta e il pratico SC70 parabellum e mi sono avviato bello felice con l’autoradio a pallettone verso il poligono. Faccio 300 metri e mi trovo tutte le vie di Adria bloccate per colpa di questi pevari, ‘fnoci, drocati, becksbloch, che Dio li stramaledica. Mi è venuto subito il nervoso ed ho iniziato a suonare il clacson a manetta finchè non si è fatto vivo una guardia venatoria che mi ha detto: “Allora pelandrone la vogliamo smettere cò sto casino? Gira sto cesso di macchina e fila a casa a smaltire la sbornia! Raus!” Dico: a me parlare così!? Quel tizio lì mica lo sa con chi ha a che fare. Io sono Tarcisio Muschiato mica un ballerino frocio del Bolsioi! Comunque non volendo fare una strage ho fatto una bella inversione a U e sono andato al bar a farmi una mezza bottiglia di Oro Pilla per sbollire il nervoso. Intendo comunque mandare un messaggio a tutti quei piagoli che hanno infestato la città cò ste cagate sul carbone. Basta romperme i cojoni. Basta andare dietro co la storia dei cancari, se ci sono è colpa del traffico. Basta tormentare i cittadini che al sabo devono dedicarsi a spendare i schei. Basta portare via il lavoro e poi no restituirlo: è un reato. Basta fare la filosofia che con quela no si magna e invece di ochelare come dei masari guardate come sta andando a rotoloni l’economia per colpa dei nigri e dei cinasi. Una bomba in parlamento, so io come si fa e poi le done a casa a fare le pastasiutte, e tutto un magna magna! Vaffanculo! Adesso basta che mi sono stufato ma attento pajasso, ti tengo sotto mira!



Grazie per i jentili complimenti Tarcisio e complimenti per l’arsenale e le mutande da ludro. Haloa.