venerdì, settembre 05, 2008

DRAMMA ESISTENZIALE N° 48.118


Nonostante mi trovi lungo disteso nel mio giaciglio a causa della ben nota frattura vertebrale non lesino consigli ai miei affezionati fanz portatori di angoscie esistenziali varie.

A tal proposito mi scrive lo sventurato Antongiulio da Copparo ed io, come al solito impietosito, posto.


"Caro Erre, amorevole difensore dei debosciati, illustre facchino delle fatiche umane, padre, fratello, amico. Chi ti scrive è un'anima in pena bisognosa di conforto e di consiglio. Mi chiamo Antongiulio, vivo a Copparo ed ho 38 anni compiuti. Spero che tu sia daccordo con me nel dire che questo mondo freddo ed impersonale basato unicamente sull'apparenza ha decretato la fine dei rapporti sociali. In questa orribile realtà mistificata e mistificante viviamo come atomi solitari avulsi, incoerenti, tristi e desolati.

La manifestazione lampante di ciò è la certezza del nulla, la concretezza della mancanza dell'assoluto. Anche io mi sento così: sostanzialmente DEPRESSO. Ho iniziato a soffrire di questo male sottile da ieri sera dopo aver trascorso la serata in bar a bere 75 mojto e 90 Peroncine. Ma il fattore scatenante della mia depressione è stato quando mi sono reso conto che non mi ricordavo più dove cazzo avevo parcheggiato la macchina. La mia vita non ha più senso, non sò più che fare, non so più neppure dove sto di casa. Ti prego aiutami."


Caro Antongiulio come ebbe a dire il grande Lermontov "..ORRENDO E' TRARRE DELLA VITA SOLITARIO LE CATENE " e su queste poche parole mi permetto di dirti con cuore aperto: Bevi manco jokken!

Adesso ti saluto, mi devo fare la puntura di antidolorifico nella panza e non so se la mia mira è ancora buona. Addio

Nessun commento: